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PALAZZO REALE - Caserta

PALAZZO REALE - Caserta

Il monumentale Palazzo Reale di Caserta, voluto dal re di Napoli Carlo di Borbone durante il XVIII secolo, fu costruito per essere una “nuova Versailles”, simbolo della grandezza del nuovo regno. L’architetto di questa incredibile opera fu l’olandese Luigi Vanvitelli. Carlo di Borbone decise di costruire il Palazzo Reale di Caserta in seguito alla minaccia della flotta inglese nel 1742 di bombardare Napoli per ottenere la neutralità del Regno delle due Sicilie durante la guerra di successione per il trono d’Austria. Sarebbe stato piuttosto agevole colpire la città partenopea dal mare: da qui il motivo che spinse il re borbone a fondare una nuova capitale lontano dalla costa. Caserta doveva divenire il centro nevralgico del Regno di Napoli. La cerimonia ufficiale della posa della prima pietra ebbe luogo il 20 Gennaio 1752, in occasione del 36° compleanno del re Carlo. Vanvitelli aveva presentato il suo progetto l’anno precedente, il 2 Maggio 1751. Fino alla sua partenza da Napoli, il re Carlo e la sua regina seguirono personalmente i lavori ed entrambi per certi aspetti “ispirarono” il grande architetto, senza mai modificarne il progetto originario. Fu un’eccellente “unione di spiriti”: si evince ripetutamente dalle numerose lettere che l’artista olandese inviò a suo fratello dove esprimeva il suo compiacimento per l’attenzione rivolta alla sua opera dai due Sovrani il cui appoggio favorì notevolmente l’accelerazione dei lavori. Difatti, dopo che il sovrano lasciò Napoli per salire sul trono di Spagna nel 1759, le cose cambiarono completamente e Vanvitelli spesso ricordò con amarezza quegli anni felici con il re Carlo. La situazione registrò persino dei peggioramenti quando il Tanucci prese il controllo del Regno destinando fondi sempre più esigui all’impresa dell’artista olandese: se negli anni ’50 del ‘700 gli operai impiegati nei cantieri erano circa 2000, dieci anni più tardi il numero fu dimezzato. Nel 1767 il Vesuvio diede una mano al Vanvitelli: dopo una violenta eruzione, il giovane re Ferdinando di Borbone decise di spostare la Corte Reale da Portici a Caserta riprendendo così con più incisività i lavori a Caserta. L’opera però verrà ultimata solo durante il XIX secolo.

La Reggia è di forma rettangolare (m. 247 x 190) con l’area interna divisa in quattro cortili per mezzo di due corpi di fabbrica intersecantisi ad angolo retto. Le due facciate guardano il gran cortile da parata davanti e l’immenso giardino alle spalle. Ma il genio di Vanvitelli si rivela soprattutto nel concetto assiale dell’intero complesso. E’ notevole la continuità di un asse prospettico ottenuto attraverso la sequenza: vialone esterno, galleria del Palazzo, viale centrale del parco ed infine cascata. La cupola centrale e la statua del re Carlo nel timpano al centro della facciata faceva parte del disegno originario ma non fu mai realizzato. In totale il Palazzo ha 1200 stanze, 1742 finestre e un giardino lungo 3 km. Nel 1762 l’acqua da Maddaloni raggiunse il Palazzo per mezzo dell’acquedotto Carolino. Una descrizione del Palazzo e dei giardini è impossibile in poche parole. E’ una delle più note ed apprezzate opere architettoniche del mondo. Ci limiteremo a spendere qualche parola sulle stanze più significative. Innanzitutto va menzionato lo “Scalone Reale” e la “Cappella Palatina” (simile a quella di Versailles). La Cappella, in particolare, è a pianta rettangolare con volta a botte con colonne lungo tutto il perimetro. Fu inaugurata nel Natale 1784, in presenza del re e della Corte. La Cappella è dedicata alla Vergine Maria, la cui immagine del Bonito è sulla pala d’altare.

Un altro ambiente di rilievo è la “Sala di Alessandro” dove, durante l’occupazione francese (1806-1815), era posto il trono del vicerè Murat. Di valore documentario oltreché artistico sono le due grosse tele raffiguranti “L’abdicazione di Carlo in favore di suo figlio Ferdinando” del Maldarelli e “Carlo alla battaglia di Velletri” di Camillo Guerra.

Un’altra sala molto importante è naturalmente quella del Trono, disegnata dall’architetto Genovesi nel 1845, dove fanno bella mostra di sè il piccolo trono di legno intagliato ed in cima alle pareti tutt’intorno 46 medaglioni raffiguranti i diversi re di Napoli susseguitisi nei secoli.

Molto belle sono anche le 4 “Sale delle Stagioni”, piccole e riccamente decorate: nella stanza della “Primavera”, il re e la regina amavano accogliere gli ospiti più intimi ed il pittore Hackert ne impreziosì l’ambiente arricchendolo con le sue tele di vedute dei porti del regno.

Una volta attraversate le 3 sale neoclassiche della Libreria Palatina, si raggiunge la Sala Ellittica, completamente bianca e nuda di decorazioni, destinata agli svaghi della Corte: oggi accoglie l’incantevole presepe Borbonico. I re Borboni incoraggiarono sempre l’antica tradizione presepiale napoletana ed ogni anno, prima del Natale era preparato un enorme presepe da abili artigiani ma anche dalle stesse principesse, che con devozione cucivano i vestiti dei pastori. Le mani, il capo ed i piedi delle piccole statue sono in terracotta, mentre il corpo è in filo di ferro e paglia.

In conclusione, nessuna descrizione potrà mai “offrire” l’emozione che prova un visitatore al cospetto di uno straordinario giardino, di incantevoli statue, di una Reggia straordinaria che pone i Borbone fra i grandi mecenati del passato.

 
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