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IL MUSEO DI CAPODIMONTE - Napoli -
La costruzione del Palazzo Reale di Capodimonte inizia nel 1738 per volere del re di Napoli Carlo di Borbone nella zona collinare a nord della città . L’edificio consente al nuovo sovrano di far coincidere la sua intensa passione per la caccia, assecondata dalla ridente vegetazione della collina di Capodimonte, all’esigenza di trovare una sede adeguata all’immenso patrimonio artistico ereditato dalla madre, Elisabetta Farnese, ultima discendente di una delle famiglie più prestigiose del Rinsascimento italiano.
La prima pietra viene posta nel 1738. I lavori però procedono a rilento. Soltanto nel 1758, Carlo di Borbone può collocare nella nuova residenza reale l’imponente raccolta d’arte di famiglia. Nel 1742 l’architetto Ferdinando Sanfelice inizia la sistemazione del bosco. Alcuni edifici esistenti sono restaurati e trasformati nella sede delle fabbriche reali, tra cui va ricordata quella delle porcellane, celebre in tutto il mondo. Nella seconda metà del XVIII secolo, in linea con i nuovi sviluppi della museografia illuminista, comincia a farsi strada nella mente dei Borbone l’idea di realizzare un Museo Generale in grado di raggruppare tutti gli oggetti d’arte di proprietà della Corona. Il trasferimento delle collezioni d’arte avviene durante il decennio francese (1806- 1815). Per la reggia di Capodimonte si aprono nuovi scenari: diviene teatro privilegiato di eventi mondani e cerimonie sontuose. Il ritorno dei Borbone sul trono di Napoli conferma la destinazione residenziale dell’edificio. Con l’Unità d’Italia, sotto la guida di Annibale Sacco, alcuni ambienti del piano nobile vengono destinati a sede di una galleria di pittori e scultori contemporanei.
Capodimonte, insomma, ripropone la sua duplice funzione di reggia-museo: è residenza, fin dopo il secondo conflitto mondiale, dei Duchi d’Aosta e ospita contemporaneamente, nelle sale al piano nobile, dipinti e suppellettili, oggetti d’arte e d’arredo provenienti dai siti reali borbonici soppressi, tra cui i pannelli in porcellana che rivestivano le pareti del boudoir della regina Maria Amalia di Sassonia nella Reggia di Portici. Nel 1950, si decide di ripristinare la piena ed esclusiva funzione di Museo. Ritornano sulla collina di Capodimonte le collezioni d'arte medioevale e moderna dal Museo Nazionale. Oltre alla collezione Farnese oggi è possibile ammirare opere straordinarie provenienti dalle chiese napoletane e meridionali (Simone Martini, Colantonio, Caravaggio) e altre acquisizioni prestigiose, come le collezioni Borgia e D’Avalos. Al primo piano è possibile visitare l’Appartamento Reale con le manifatture borboniche, tra cui le celebri porcellane. Al secondo e al terzo livello ci sono la Galleria Napoletana e le sezioni dell’Ottocento e dell’arte contemporanea.
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