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MUSEO DI SAN MARTINO - Napoli
La Certosa di S. Martino è considerato il museo di Napoli più vario e sorprendente ; ricco per bellezza artistica, curiosità e vari elementi di stile, questo museo offre un meraviglioso panorama dalle sue finestre e terrazze. Costruito sulla collina del Vomero, ai piedi di Castel Sant’Elmo, il museo è costituito da una chiesa del 18° secolo con diverse sagrestie talmente ricche di capolavori d’arte da sembrare delle gallerie di arte Napoletana di quel tempo. Inoltre, nello stesso complesso monasticom si possono trovare tra gli altri: un bel chiostro opera di Cosimo Fanzago, altri piccoli chiostri, lunghe stanze che registrano la storia di Napoli, modelli di navi, gioielli, note dal teatro di Pulcinella, costumi e uniformi, maioliche d’Abruzzo, i pastori del presepe ecc. Un attento visitatore potrebbe passare ore intere in questo museo, esaminando attentamente il contenuto di tutte le bacheche, scoprendo dettagli sempre nuovi nelle decorazioni delle stesse stanze, ammirando gli scorci di panorama che cambiano da una finestra all’altra fino al grande balcone dal quale si puo’ godere della vista di tutta la città , da Capodimonte a Posillipo: il famoso balcone sospeso sulla Baia. Il museo era un vecchio monastero, costruito nel 14° secolo, ma il suo stile attuale è barocco. Fanzago lavorò qui per molti anni, e tutti gli artisti di Napoli, o che operarono a Napoli a quei tempi, hanno lasciato il loro segno a S. Martino. Nel 1860 i Cartesiani dovettero abbandonare il Monastero, a causa delle leggi che sopprimevano gli ordini religiosi, e da allora divenne un museo, in crescita lenta ma sorprendente tra le celle, i corridoi e le stanze di ogni grandezza.
IL PRESEPE A NAPOLI
Il presepe non nacque a Napoli: la prima opera del genere fu infatti realizzata da S. Francesco con persone viventi nelle Grotte di Gubbio. Ma a Napoli il presepio ha assunto un significato particolare ed un effetto realistico introducendo la vita contemporanea nella scena mistica. Il 18° secolo ha visto il trionfo del barocco e ha dato al presepio ricchi elementi decorativi che spesso si rifanno all’arte di scultori riconosciuti come Sammartino, il creatore del “Cristo Velato†nella Cappella di Sansevero, Vassallo, Gori, Celebrano, che hanno lasciato grandi statue di marmo per modellare, uno per uno, le piccole figure di terracotta che rappresentano le persone del popolo, le lavandaie, i bovari, i venditori ambulanti e gli animali. I modelli sono scelti direttamente dai vivaci Napoletani del tempo. E così interi quartieri di Napoli vennero trasferiti nei presepi insieme alle abitudini e agli abiti del 18° secolo, senza nessuna evidente connessione con la rappresentazione di Betlemme. Ma è proprio questo risaputo anacronismo che ha dato bellezza al presepio Napoletano, offrendo una fioritura di verità e fantasia alla scena della Natività , in una cornice di Vicereame Spagnolo e di regno di Carlo di Borbone.
Re Carlo di Borbone stesso metteva i pastori nel suo presepe personale, e la regina Amalia, personalmente cuciva gli abiti dei pastori, mentre un insieme di falegnami, vasai, artigiani, gioiellieri creava un mondo in miniatura che si armonizzasse con i piccoli pastori. Ogni Napoletano voleva il suo presepe in casa, e molti di questi presepi sono ancora conservati da alcuni devoti collezionisti. Il più grande presepio del mondo è quello del Museo di S. Martino, che è come un catalogo di pastori dei più famosi artisti.
Ma l’ammiratore più appassionato non può trascurare il piccolo prezioso museo privato della collezione Catello in Via Cimarosa, e può richiedere al Conte Leonetti, all’avvocato Perrone e ad altri noti collezionisti il permesso di visitare le loro collezioni. Altri famosi presepi sono quello in marmo della chiesa di Monteoliveto, e quello in legno a S. Giovanni a Carbonara; ma a Natale quasi tutte le Chiese hanno il loro incantevole presepio.
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