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MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO - Firenze
Con la costituzione di Firenze a libero comune e la creazione della figura del Capitano del Popolo, venne costruito il Palazzo più tardi detto del Bargello. Il primo nucleo, affacciato su via del Proconsolo, già iniziato nel 1255, venne realizzato secondo Giorgio Vasari da Lapo Tedesco. Nei quasi tre secoli, in cui venne adibito a carcere, nel cortile furono murati gli archi del loggiato e del verone, le sale più grandi vennero suddivise con tramezzi per ricavarne un maggior numero di celle e furono coperte le pitture e le decorazioni.
Nel 1865 venne inaugurato il Museo Nazionale al piano terreno vennero allestite due sale d’armi, con oggetti provenienti in parte dall’armeria medicea e dall'altra dal Guardaroba di Palazzo Vecchio, e una sala di scultura del Quattro-Cinquecento. Nel salone del primo piano trovarono posto le sculture provenienti dal salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Successivamente dagli Uffizi, giunsero sia le sculture in bronzo e marmo che le collezioni di arti applicate: maioliche, cere, ambre, avori, oreficerie, smalti e bronzetti, alcune di queste trasferite nel 1928 al Museo degli Argenti. Altri materiali affluirono sia da donazioni e prestiti di privati che da pubbliche istituzioni. Infine, a seguito dell'Unità d'Italia e delle conseguenti soppressioni di ordini monastici giunsero robbiane, sculture e oreficerie sacre.
SALA DI MICHELANGELO E DELLA SCULTURA DEL CINQUECENTO
La sala, ridecorata alla metà dell'Ottocento da Gaetano Bianchi, venne allora allestita con la collezione medicea di armi e con trofei e bandiere. In seguito all'alluvione del 1966, la sala venne imbiancata ed oggi resta solo un affresco giottesco con la Madonna col Bambino e oranti. Luciano Berti la destinò alla scultura cinquecentesca, con alcuni pezzi provenienti nel 1874 dagli Uffizi.
Spiccano tra le numerose opere quelle di Michelangelo Buonarroti, con alcune opere giovanili come il Bacco (1497), la sua prima scultura a tutto tondo scolpita a 22 anni e uno dei rarissimi soggetti profani del grande artista, prima di venire travolto dall'ondata di religiosità predicata con veemenza da Savonarola. La figura dell'ubriaco vacillante, quasi in equilibrio su un piede solo, è scolpita in uno stile maestoso e ben modellato che richiama le sculture classiche.
Del 1504 è invece il Tondo Pitti, un bassorilievo in parte incompiuto che rappresenta la Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino, nel quale alcuni storici intravedono segni di influenza di analoghe composizioni di Leonardo da Vinci. Il David-Apollo risale al 1530-32 e non è stato chiaramente interpretato, mentre il Bruto del 1539 è l'unico busto pervenutoci di Michelangelo, che secondo il Vasari rappresenterebbe Lorenzino de' Medici, chiamato Lorenzaccio per aver ucciso suo cugino il duca Alessandro de' Medici.
Fanno da contorno nella sala alcune piccole opere ispirate al maestro, scolpite da Bartolomeo Ammannati, il Tribolo, e Baccio Bandinelli. Si distaccano invece per uno stile più evoluto e raffinato le opere di Benvenuto Cellini (come i bronzetti originali del basamento del Perseo di Piazza della Signoria, i marmi di Ganimede e di Narciso, e il busto di Cosimo I) e di Giambologna, rappresentato da uno dei suoi capolavori, l'agile Mercurio bronzeo del 1564. Di Andrea Sansovino è il Bacco del 1510 che si discosta volutamente dall'opera di Michelangelo, mentre un rilievo bronzeo è un'interessante opera di Vincenzo Donati.
archivio musei
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