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VISITARE ROMA

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FORO ROMANO

Foro Romano

Quello che per secoli fu il centro della vita pubblica di Roma antica, era in origine una valle paludosa, compresa tra i colli Capitolino, Palatino, Viminale e Quirinale e occupata da una delle più antiche necropoli dell’abitato. Il prosciugamento di questa zona, avvenuto verso il 600 a.C. grazie alla costruzione della Cloaca Massima, diede il via, in epoca repubblicana, alla sua trasformazione in cuore commerciale, giuridico, religioso e politico della città. Raggiunse la sistemazione definitiva sotto Cesare e Augusto e mantenne a lungo le funzioni di luogo di rappresentanza. Il Foro aveva forma rettangolare ed era collegato al Palatino e al Campidoglio tramite la via Sacra; uomini politici ed imperatori lo sottoposero ripetutamente a trasformazioni: veniva infatti spesso arricchito con la realizzazione di opere e la ristrutturazione di edifici e monumenti. Il Foro costituisce, dunque, il più grande complesso di monumenti dell’antica Roma a noi pervenuto. Rimase coperto per secoli sotto uno spesso strato di terreno, per lo più adibito a pascolo, conosciuto come Campo Vaccino. I monumenti che costituiscono il foro romano sono: la Via Sacra, la basilica Emilia, la Curia, la tomba di Romolo, l’arco di Settimio Severo, i rostri, il tempio di Saturno, il tempio della Concordia, la piazza del foro, la basilica Giulia, il tempio dei Castori, Santa Maria Antiqua, il tempio di Cesare, il tempio di Vesta, la Regia, il tempio di Antonino e Faustina, il tempio di Romolo, la basilica di Massenzio, l’Antiquarium Forense e l’Arco di Tito.

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LA FONTANA DI TREVI

La Fontana di Trevi

La Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note Fontane di Roma. La settecentesca fontana, progettata da Nicolò Salvi, è un felice e riuscito connubio di classicismo e barocco. È adagiata su un lato di Palazzo Poli. Il tema della scultura è il mare. La scenografia è dominata da un cocchio, a forma di conchiglia sul quale è adagiata la grande statua di Oceano di Pietro Bracci, affiancata nelle nicchie laterali dalle statue della Salubrità e dell'Abbondanza, opera di Filippo Della Valle; il cocchio è trainato da cavallucci marini, a loro volta preceduti da tritoni. Nella fontana, scultura e architettura barocca si compenetrano e si fondono perfettamente, in un suggestivo spettacolo acquatico. Una celebre tradizione vuole che porti fortuna lanciare una moneta nella fontana volgendole le spalle, perché in questo modo si tornerà sicuramente nella città. Le monete, raccolte quotidianamente, vengono destinate dal comune di Roma ad opere caritatevoli. È stata profondamente restaurata nel 1998, quando è stata ripulita ed è stato ammodernato e sistemato anche l'impianto idraulico.

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SAN PIETRO

San Pietro

La Basilica di San Pietro è situata nella Città del Vaticano; minuscolo di dimensioni, lo stato Vaticano è quanto resta dei domini temporali della Chiesa, che alla fine dell'Ottocento furono annessi all'Italia unita. La Basilica come oggi la vediamo, con la cupola nervata che svetta imponente e la piazza che sembra accogliere i tutti i fedeli del mondo nell'abbraccio della Madre Chiesa, è opera dei piu' insigni architetti e geni del Rinascimento e del Barocco, e poggia sulle fondamenta della basilica costantiniana, durata oltre mille anni e che a sua volta verteva su un'area sacra di mausolei pagano-cristiani. Piazza San Pietro con il celebre colonnato, una delle trovate più geniali di Gian Lorenzo Bernini, è profonda 320 metri con un ellissi centrale di 240 metri ed è circondata da 4 file di 284 colonne e 88 pilastri. La balaustra sopra le colonne è decorata da 140 statue di Santi. In basso, un‘enorme scalinata a tre ripiani con ai lati le statue di S.Pietro e S.Paolo. In mezzo alla piazza due grandi fontane e l’ obelisco. La sontuosità dell’interno della basilica lascia senza fiato: 45 altari, 11 cappelle, circa 10mila metri quadri di mosaici e altre numerose opere d'arte quali la Pietà di Michelangelo. Al di sotto della chiesa di S. Pietro si trovano le tombe di numerosi papi. Fu Costantino, il primo Imperatore cristiano, a volere che fosse costruita, nel 315 dopo Cristo, una basilica esattamente sul luogo dove si venerava la tomba del primo Apostolo, ossia Pietro.

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PIAZZA DI SPAGNA

Piazza di Spagna

Alla fine di via Condotti si apre la famosa Piazza di Spagna, uno degli ambienti più celebri e suggestivi di Roma. Nota fino al XVII secolo come Platea Trinitatis per la Chiesa della Trinità dei Monti che la domina, venne chiamata piazza di Spagna per la presenza della residenza dell'ambasciatore spagnolo, mentre la parte verso via del Babuino fu denominata piazza di Francia. Così diventò il polo di attenzione delle due potenze e nel XVI secolo iniziò a rappresentare il fulcro della vita culturale e turistica della città. Gli artisti e i letterati che soggiornavano a Roma amavano trascorrervi parte del loro tempo. Vi sorsero alberghi e locande e durante l'Ottocento si moltiplicarono gli antiquari e i fotografi. Gli edifici, un tempo non più alti di due piani, furono alzati nei secoli XIX e XX, ma la fisionomia della piazza è sostanzialmente rimasta quella del Seicento e del Settecento. Elemento caratterizzante e dominante è la scenografica Scalinata della Trinità dei Monti di epoca barocca. Già nel XVI secolo, un diplomatico francese, Stefano Gouffier, aveva destinato un lascito per costruirla, ma essa venne realizzata solo nel 1723-26, per volontà di Innocenzo XIII, da Francesco De Sanctis, che vinse una gara tra artisti. La scala rappresentò una soluzione al forte dislivello della piazza, prendendo il posto dei sentieri alberati che raggiungevano il Pincio.

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PIAZZA DEL POPOLO

Piazza del Popolo

Alla fine di via del Corso si apre la grandiosa Piazza del Popolo, incomparabile opera urbanistica realizzata in circa tre secoli, dal rifacimento della Chiesa di Santa Maria del Popolo (seconda metà del XV secolo) all'intervento di risistemazione neoclassica di Giuseppe Valadier, portato a termine nel 1824. Due emicicli, ornati ognuno da una fontana e sormontati da sfingi e statue rappresentanti le Stagioni, delimitano la piazza dove prospettano, a divisione del tridente di via del Babuino, via del Corso e via Ripetta, le due chiese gemelle del XVII secolo: Santa Maria di Montesanto, a destra, e Santa Maria dei Miracoli, a sinistra. Al centro della piazza si leva un obelisco egizio, l'Obelisco Flaminio, che ornava il Tempio del Sole a Eliopoli e che Augusto fece portare a Roma per il Circo Massimo. Sisto V lo fece innalzare sul posto nel 1589 e nel 1823 il Valadier vi aggiunse quattro vasche circolari e quattro leoni di marmo. Chiude la piazza verso nord, la Porta del Popolo, costruita verso la metà del Cinquecento da Nanni di Baccio Bigio e completata dal Bernini, che vi aggiunse la facciata interna del 1655, per rendere onore alla regina Cristina di Svezia, giunta a Roma dopo la sua conversione al cattolicesimo. Fiancheggia la porta, la Chiesa di Santa Maria del Popolo.

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VILLA BORGHESE

Villa Borghese

La villa è la più nota a Roma sia per la notevole estensione sia per i diversi accessi al centro della città. A volerne la costruzione tra il Flaminio e i Parioli, area in cui sorgevano gli horti di Lucullo, fu il cardinale Scipione Borghese agli inizi del XVII secolo. L'edificio principale, ispirato al modello cinquecentesco, era ricoperto all'esterno da antiche sculture, mentre il sobrio interno accoglieva notevoli opere d'arte. All'inizio dell'800 il principe Camillo Borghese allestì la collezione d' arte della famiglia nel Casino, oggi sede della Galleria e del Museo Borghese. Ampliatasi verso il Muro Torto, la villa fu rinnovata per seguire i canoni del giardino all'inglese. Innumerevoli sono le bellezze degne di nota: i giardini all'italiana vicino al Casino Borghese, al Casino della Meridiana e intorno all'Uccelliera; viali e sentieri ornati di statue e fontane; il Giardino del Lago così chiamato perché si estende intorno ad un laghetto artificiale; sull'isoletta, un tempietto dedicato ad Esculapio; una copia settecentesca dell'Arco di Settimio Severo. Uno dei luoghi più noti della villa è Piazza di Siena, da sempre usata per corse di cavalli e caroselli. Gli ingressi al parco pubblico più noti sono: piazzale Flaminio, Porta Pinciana, i giardini del Pincio, viale delle Belle Arti (accanto alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna). La villa ospita anche lo Zoo, istituito nel 1911.

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PANTHEON

Pantheon

Nell'anno 27 a.C. Agrippa, genero e architetto di Augusto, erige il Pantheon sul luogo dove Romolo, secondo la leggenda, "ascese" in cielo durante una cerimonia. E' un tempio comune, rettangolare, di media dimensione, concepito come luogo di culto collettivo di più divinità. Nel corso degli anni il tempio subisce incendi e altre calamità, viene restaurato più volte finché l'imperatore-architetto Adriano lo ricostruisce fra il 118 e il 128 d.C. E' sicuramente di Adriano il pronao con le sedici colonne, l'ampliamento della "rotonda" e la cupola in calcestruzzo - la più larga che si sia mai costruita in muratura - realizzata con una tecnica d'avanguardia. Adriano vuole ricordare l'architetto originario, e ripristina l'iscrizione sul frontone: "(Marco Agrippa, figlio di Lucio, Console per la terza volta, edificò). Nel 608 l'imperatore Foca dona il tempio a Papa Bonifacio IV che lo consacra al culto cristiano: Sancta Maria ad Martyres, capolavoro dell'architettura romana e primo caso di trasformazione di un tempio pagano in chiesa cristiana. Poche le aggiunte all'architettura originaria: gli ornamenti della chiesa, i sepolcri di grandi artisti (Raffaello) e quelli dei Reali d'Italia. Sempre il Bernini erige due brutti campanili ai lati del timpano definiti "orecchie d'asino", eliminati a fine ottocento. Nel Pantheon trovarono posto anche busti onorari che Pio VII fece rimuovere e trasportare in Campidoglio, nell'attuale Protomoteca (raccolta di busti di personaggi illustri). Il pavimento è coperto di marmi a colori e così pure le pareti a sostegno della cupola terminante con un grande oculos circolare - un'apertura di 9 metri di diametro - che serviva a dar luce all'interno e come sbocco al fumo dei fuochi sacrificali.

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PIAZZA VENEZIA

Piazza Venezia

Piazza Venezia è una celebre piazza di Roma, situata ai piedi del Campidoglio. Si trova tra Via dei Fori Imperiali e Via del Corso, tutte mete obbligate di una visita nella capitale. In questa piazza è stato eretto agli inizi del Novecento il Vittoriano, monumento a Vittorio Emanuele II, spesso erroneamente identificato con l'Altare della Patria, che in realtà ne è solo una parte, scherzosamente soprannominato Macchina da scrivere. Esso conserva i resti del Milite Ignoto, a ricordo dei soldati caduti senza degna sepoltura, vegliati incessantemente da due marinai immobili e da una fiamma sempre accesa. Il complesso del Vittoriano ospita periodicamente importanti mostre, oltre al Sacrario delle bandiere. Il lato ovest viene caratterizato dalla facciata del Palazzo Venezia, che per poco tempo fu sede del Papa. Dopo, dal 1564 al 1797, ospitava rappresentanza veneziana presso lo Stato Pontificio. Nel periodo del Fascismo, Benito Mussolini tenne i suoi più celebri discorsi dal balcone dela palazzo alla folla radunata nella piazza. Durante il periodo natalizio nella piazza è collocato un grande abete decorato, mentre all'incrocio con via del Corso la suggestiva pedana rialzata per i vigili urbani è da anni elemento di ispirazione per molti film e spot pubblicitari.

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PIAZZA NAVONA

Piazza Navona

Piazza Navona si trova dove ai tempi dell'antica Roma era lo Stadio di Domiziano, che fu costruito dall'imperatore Domiziano nell'85 d.C. e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 275 metri, largo 106 e poteva ospitare 30000 spettatori. Lo stadio era riccamente decorato con statue, una delle quali è quella di Pasquino (forse una copia di un gruppo ellenistico pergameno che si presume rappresentante Menelao che sorregge il corpo di Patroclo), ora nell'omonima piazza a fianco di piazza Navona. Poiché era uno stadio e non un circo, non c'erano i carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) - né la spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli) come ad esempio il Circo Massimo, ma era tutto libero ed utilizzato per le gare degli atleti. L'obelisco che ora sta al centro della piazza non si trovava lì, ma viene dal circo Massenzio, che stava sulla via Appia. Il nome della piazza era originariamente "in agone", con riferimento ai combattimenti navali (agones) che vi si tenevano e per i quali la piazza veniva appositamente allagata: si trattava di simulazioni di battaglie effettivamente combattute che richiamavano grande pubblico, ed il ricordo sopravvive anche nell'intitolazione delle strade che conducono alla piazza (ad esempio, la Corsia Agonale). Nel tempo il nome è stato oggetto di storpiatura popolaresca, fino a raggiungere l'assonanza con le grosse "navi" impiegate per quegli spettacoli. Tra il 1810 ed il 1839 nella piazza si tennero le corse al fantino, ossia corse di cavalli montati (che però non avevano parentela con le più famose corse dei barberi di via del Corso).

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COLOSSEO

Colosseo

L'anfiteatro Flavio inaugurato nell'80 d.C. dall'imperatore Tito col nome di Amphitheatrum Caesareum, derivò il nome di Colosseo nell'XI secolo dalla vicina, colossale, statua bronzea di Nerone ispirata al Colosso di Rodi, opera di Chares di Lindo del III secolo a.C.. Alto 52 metri, comprendeva, su un'area di circa 19.000 mq. quattro ordini o piani di 80 arcate ciascuno e conteneva circa 70.000 posti. La distribuzione dei posti avveniva nei cinque settori in cui era suddivisa la cavea ed erano assegnati alle diverse classi sociali, il cui grado decresceva con l'aumentare dell'altezza: dal maenianum primum al maenianum summum in ligneis - il settore più alto, destinato alla plebe. Al centro dell'asse maggiore era il pulvinar, il palco dell'imperatore. Nel complesso sistema sotterraneo si svolgevano le attività connesse cogli spettacoli e trovavano posto i montacarichi per il sollevamento degli animali e delle attrezzature sceniche sul piano dell'arena. In quella che fu la più grandiosa arena del mondo antico, si svolgevano i combattimenti gladiatori (munera) e gli spettacoli di caccia (venationes) e si eseguivano anche esecuzioni capitali. Incendi e terremoti devastarono gravemente il colossale edificio; numerosi furono pertanto gli interventi di restauro operati dagli imperatori. Cessati i combattimenti gladiatori nel 438 sotto Valentiniano III e dopo l'ultimo spettacolo venatorio tenutosi nel 523 sotto Teodorico, inizia la rovina del Colosseo che diventa una cava di materiali da costruzione, mente al suo interno si inserisce nei secoli XII-XIII la fortezza dei Frangipane.

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